Tremo ogni volta che torno a casa, salendo le scale ancora con nulla in tasca e la testa piena di speranze. Rimbomba potente nel mio pensiero la richiesta di quel mio amico fraterno che ogni volta mi offre un [LAVORETTO] bello facile facile, per quanto tempo ancora riuscirò a rifiutarmi di accettare. Alcune volte vado a chiedere a mia madre di aiutarmi per pagare le bollette della luce, oppure l’affitto, anche se con il cuore in gola e la voce rotta ci vado ancora perché sono convinto che chiedere un aiuto ad un genitore non voglia dire perdere la dignità, ma la vita non può ridursi al pagamento delle spese, una famiglia deve poter permettersi quanto meno un sabato sera con gli amici o regalare un sorriso ad figlio. Ma perché lo stato non comincia a proporre delle politiche basate sulla creazione di posti di lavoro, invece di prenderci in giro con svariate bolle di sapone che puntualmente si dissolvono, io ho paura, ormai sono allo sbando, senza risorse e con poche speranze, mi chiedo se forse sia il caso di accettare quel lavoretto facile facile che il mio amico ogni volta mi propone, ma io in galera non ci voglio andare, i miei figli li voglio vedere tutti i giorni e poi non voglio diventare un cattivo esempio per loro, non lo meriterebbero, ma la mia domanda è sempre la stessa, voglio solo lavorare anche sudando, forse dovrei cambiare città, ma nemmeno questa scelta mi farebbe stare meglio perché sono molto legato alle mie radici. Oggi ho avuto una nuova idea e mi sono fatto forza, mi sono procurato un cartello e ci ho scritto sopra la mia richiesta di aiuto lasciando anche il mio numero di telefono. Mi scuso se non riesco a trovare la forza di diventare un camorrista, ma io un lavoro lo devo trovare per forza e vi giuro su quello che ho di più caro che ci riuscirò senza per forza tradire le mie radici e la mia famiglia. Se qualcuno vuole o può aiutarmi ne sarò molto grato.
Salvatore Iodice