I Quartieri Spagnoli raccontati in una tesi di laurea

La mia storia nei Quartieri Spagnoli inizia circa 5 anni fa. Da quel momento, per i successivi 3 anni, ho vissuto in questo quartiere, percorrendolo ogni giorno, perdendomi a volte e ritrovandomi spesso. Vivendoci ho avuto la possibilità di comprenderlo dall’interno, senza avere quello sguardo esterno e superficiale di chi lo conosce dalle cronache del telegiornale o di chi è di passaggio in un tour folkloristico del fine settimana.
La scelta di fare una tesi di laurea sui Quartieri Spagnoli è stata un pretesto per poterli raccontare.

L’oggetto di analisi è stata la trasformazione avvenuta ed in atto degli ultimi 30 anni, con una particolare attenzione all’ultimo decennio. Quest’area ha visto l’evolversi di diversi aspetti in diversi ambiti: sociale, culturale, economico e urbano. E proprio attraverso questi 4 criteri di indagine è stata condotta l’intera analisi. Il lavoro di tesi che ho svolto ha come obiettivo l’elaborazione di una strategia di rigenerazione culture-led, ossia una rigenerazione che sia guidata dalla cultura più che dalla sfera economica, come strumento capace di essere cerniera tra le differenti componenti della realtà urbana.

Per conoscere questo quartiere di Napoli bisogna calarsi al suo interno, girare nei suoi vicoli, tra i panni stesi, dove l’odore del ragù si mischia a quello del curry, per perdersi e poi ritrovarsi nei pochi buchi spaziali fatti di larghi, lotti abbattuti e piazzette adottate. L’informale è dietro l’angolo e contenere tutte queste caratteristiche non è cosa semplice ed immediata. I Quartieri Spagnoli sono un luogo così fortemente identitario che sfugge a qualsiasi classificazione.

Inoltre, per conoscere i Quartieri Spagnoli bisogna conoscere chi li abita e quando ne hai conosciuto qualcuno non avrai comunque il quadro completo del suo tessuto sociale. Un tessuto fatto di maglie strette e colorate che contengono tutto il vissuto umano, fatto di buono e cattivo, di luce e di ombra, come il suo tessuto urbano: l’identità della comunità è modellata dallo spazio in cui vive e dalla loro cultura, mentre la loro cultura modella lo spazio e la città (cit. Pflieger).

Come avviene oggi nei QS, sono sicuramente significative le donazioni da parte dei privati per avviare ed aiutare alcune pratiche spontanee, specie in assenza di sovvenzionamenti pubblici, che in alcuni casi sono determinanti; dall’altro è importante che le comunità locali si facciano promotrici di azioni e processi culturali autorganizzati, sociali ed economici, come già avviene per alcuni casi. I due approcci tendono a diventare complementari, integrando approcci dal basso e dall’alto. Un modello di rigenerazione urbana generato dalla cultura richiede, infatti, un’integrazione tra le due modalità, rendendo possibile il dialogo, lo scambio reciproco, e la cooperazione. Questa possibilità è riconosciuta nell’attivazione di hub, ossia laboratori di quartiere in cui condividere competenze, riutilizzare spazi e luoghi, coinvolgere la comunità e farla partecipare insieme alla creazione di valori condivisi e identitari, in un circolo virtuoso economico, sociale e culturale.

E sono proprio l’identità e la comunità i temi più battuti nel mio lavoro di tesi, e sono in continua trasformazione. I quartieri sono in continua evoluzione da sempre, dall’inizio della sua storia si reinventa e si adatta agli eventi e alle vicissitudini del tempo. Conoscere l’identità di un luogo significa indagare le dinamiche della sua comunità; e la comunità è fatta di persone.
Il valore che ho cercato di definire in questo percorso di conoscenza, studiandone le dinamiche, le trasformazioni fisiche e sociali di questo luogo sono proprio gli abitanti dei Quartieri Spagnoli e a loro vanno i miei più sentiti ringraziamenti.

Raffaella Amistà

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