Foto di Fabio De Rienzo

Lo straniero fa sempre paura. Ieri oggi e domani?

LO STRANIERO FA SEMPRE PAURA. IERI, OGGI E DOMANI?

Riflessioni storiche sulle paure verso ciò che è sconosciuto e straniero.

Stranieri ed immigrazione sono argomenti che sono all’ordine del giorno e che creano, nel bene o nel male, un ingente quantità di riflessioni, discussioni e commenti.

La politica attuale non può fare a meno di affrontare tali tematiche e chi si occupa di politica, che sia a livello locale o nazionale, propone le sue idee e/o soluzioni alle problematiche relative agli argomenti citati.
Quindi attraverso la rubrica ho deciso di parlare, per questa volta, di un argomento più forte ed esporre quelle che sono le mie idee sul tema stranieri ed immigrazione. Sarà la prima ma non ultima volta.
Prima, però, di affrontare tale tematica collocandola nel nostro contesto temporale e locale voglio proporvi, per un attimo, un viaggio nel tempo ed ideologico per meglio farvi capire i miei pensieri:

Portella della Ginestra I maggio 1947, stazione di Saint-Michel a Parigi 25 luglio 1995.
Due eventi slegati e lontani nel tempo e nello spazio, nessun punto in comune, nessuno se non i morti, i morti ammazzati da attentati terroristici. Forse, però, qualcos’altro accomuna questi due episodi: per entrambi si è dovuto attendere i decenni a seguirsi per capire il contesto in cui collocarli, entrambi, per un certo verso, possono essere considerati episodi capostipiti di conseguenze/scelte di un dato contesto storico-politico.
Il primo evento segna l’inizio dell’era della strategia della tensione in Italia, l’altro è il primo attentato islamico riconosciuto in Europa.

Il mondo ieri: Nato/Patto di Varsavia Il mondo oggi: Occidente/mondo islamico

La seconda guerra mondiale dà al mondo due superpotenze principali: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica; che ben presto si scontrano per divergenze ideologiche, politiche e militari e così l’Europa si ritrova spaccata in due: occidente contro il blocco sovietico. In questo contesto geografico – politico l’Italia si ritrova collocata in una posizione d’interface, di spartiacque tra paesi della Nato e patto di Varsavia, tale posizione preoccupa, e non poco, la nazione dominante della Nato, gli Stati Uniti d’America. La preoccupazione maggiore del governo americano è che il pensiero filo-comunista possa rompere gli argini del blocco sovietico e invadere l’Occidente usando la penisola italica come emissario, tant’è che il governo statunitense fa continue pressioni al governo italiano, chiedendo anche, ad un certo punto, di dichiarare fuorilegge i movimenti politici di sinistra considerati filo-russi. Fare pressioni, però, non basta, c’è bisogno di un controllo diretto del territorio e della popolazione, o almeno parti di essa, una parte che avrebbe potuto creare problemi di natura ideologica, ed una parte che invece sarebbe stata di appoggio. Per attuare un piano di controllo del territorio si ricorre ad una risorsa che gli States hanno già usato durante la guerra per preparare il territorio durante lo sbarco in Sicilia: gli agenti segreti infiltrati. Questa volta, però, agli agenti americani si aggiungono quelli dei servizi italiani, addestrati dai primi, come quasi l’intero blocco della X Mas, corpo speciale dell’esercito della repubblica sociale, condannato per crimini di guerra ma fatto assolvere su pressione del governo americano e mandato negli Stati Uniti per l’addestramento con i servizi segreti. Mentre nel mondo si parla di guerra fredda, in Italia, quelli sono gli anni della strategia della tensione. Durante tale periodo si può parlare in Italia di un doppio stato, uno legale, quello formato dal governo legittimo, l’altro oscuro, che agisce nell’ombra, formato da gruppi paramilitari nazi-fascisti, servizi segreti deviati (deviati??? A tal proposito il boss della camorra Raffaele Cutolo, durante un’intervista nella quale gli viene posta una domanda riguardante il sequestro Moro, dichiara che è sbagliato usare l’appellativo “servizi segreti deviati” perché “servizi segreti italiani” rende già l’idea), spalleggiati da movimenti di estrema destra quali Ordine Nuovo, Avanguardia Nazionale e Ordine Nero. Lo scopo di questo governo ombra è di attuare una politica di strategia della tensione atta a spegnere i pensieri filo-comunisti (soprattutto dopo il ’68), a creare uno stato di terrore e tensione tra la popolazione per prepararla, anzi farle accettare, un regime di governo autoritario, a democrazia limitata, di stampo militare che spegnesse sul nascere nuove ideologie e che limitasse i poteri dei sindacati. Destabilizzare per stabilizzare, questa è la parola d’ordine, creare tensione e paura per destabilizzare la popolazione e stabilizzare, invece, i vecchi governi, le vecchie ideologie.
Tutto questo discorso può essere, forse, benissimo traslato e, con le dovute modifiche, adattato al discorso sul terrorismo islamico. Lo straniero, lo sconosciuto, ciò che è “lontano” da noi da è sempre ci è stato fatto vedere come pericoloso, come causa dei nostri problemi.
Lasciamo perdere il mondo, l’Europa e focalizziamo ora la nostra attenzione a livello locale: parliamo degli stranieri che occupano il nostro territorio. Il problema stranieri esiste ed è concreto, reale e lo si può toccare con mano. Ne sono tanti, troppi e sono in continuo aumento non possiamo accoglierli tutti. Non possiamo non perché’ pesino sulle nostre tasche, non perché’ ci rubino il lavoro e non perché’ siano violenti e spaccino ma perché’ più ne vengono e più ne sfruttiamo. Il problema vero’ è il business creato dietro l’immigrazione, a partire dagli scafisti per arrivare alle amministrazioni che lucrano su vitto e alloggio.
Gran parte della politica italiana orienta i propri sforzi (sulla carta) per cercare soluzioni che possano arginare il fenomeno immigrazione anche se in realtà non si fa altro che cercare di fare propaganda populista e fomentare le folle all’odio comune, un odio comune che diviene poi così punto cardine dei programmi elettorali. Cercare colpevoli e darli in pasto alla folla è molto più comodo e semplice che cercare soluzioni reali e tangibili.
È vero tanti stranieri non fuggono né dalla guerra né dalla fame così come ci sono immigrati giunti nel nostro Paese con intenzioni lontanissime dall’essere buone. Esiste questa tipologie di persone tra gli stranieri così come ci sono ladri, spacciatori, assassini e violenti tra gli italiani, così come esistono nella nostra città ed è questo un problema differente che va affrontato in separata sede.
Trovare capri espiatori piuttosto che cercare le vere cause ea annesse soluzioni ai nostri problemi è per me qualcosa di riprovevole perché’ vuol dire scegliere la strada più facile che porta ad un‘unica meta, che non è la soluzione: l’odio.
Napoli è storicamente multiculturale e multirazziale e questa caratteristica ha reso la nostra cultura tra le più colorate, invidiate ed emulate al mondo e quindi allontanare e rinnegare ciò che non è conforme ai nostri schemi mentali sarebbe fare un torto alla nostra storia. Inoltre può un napoletano, succube ogni giorno di attacchi nati dall’odio basato su luoghi comuni e pregiudizi, essere intollerante? No, non può affatto.
L’intolleranza non va bene neanche con gli intolleranti.

Fabio De Rienzo

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