Nennella : pasta e patate da termine di paragone, folklore e istituzione. Intervista a Ciro e Mariano

La pasta e patate con provola come termine di paragone

Intervista a Ciro e Mariano della trattoria da Nennella

Oggi vi porto alla trattoria da Nennella. Per raccontare i quartieri spagnoli è necessario, forse obbligatorio, far breccia nei cuori delle persone attraverso la storia di quelle che sono le istituzioni del quartiere, anche gastronomiche o folcloristiche. In questo caso entrambe.

Vi racconto della trattoria da Nennella che è ben più di luogo di ristorazione, è un fenomeno sociale, un fenomeno tutto napoletano.

E’ un luogo di culto, un richiamo per turisti, un’attrattiva per i napoletani. Non credo di sbagliarmi nel definire questa trattoria un’impresa pionieristica del settore turismo ai quartieri spagnoli avendo gettato le basi, insieme ad altri, affinché il proprio quartiere potesse diventare col tempo una zona dal forte richiamo turistico. Questo tipo di lavoro a medio-lungo termine ha portato benefici a tutte le attività della zone, a quelle preesistenti e a quelle di nuova concezione. Nennella ai quartieri come Ciro Oliva e Poppella al rione Sanità.

Vi racconto la storia di Nennella attraverso due voci: quelle di Ciro e Mariano.

-Quando nasce la storia gastronomica di Nennella?

(Ciro) Nasce con mia nonna, la quale era molto minuta e per tale motivo veniva appunta chiamata “La Nennella”. Qui dietro al vico, in una sorta di buco, dava da bere e preparava zuppe di fagioli altre cibarie per gli americani che salivano qui ai quartieri spagnoli.

-Dal buco della Nennella orinaria al locale attuale: quand’è che avvenuta l’esplosione di notorietà?

(Ciro) Mio padre e mia mamma, la seconda Nennella, portarono avanti l’attività di mia nonna trasferendosi in quello che è il locale attuale con la cucina a vista e da lì è partita questa storia di ristorazione ricca di successi e soddisfazioni.

-Appunto, a cosa sono dovuti questi successi?

(Ciro) In primis dalla buona cucina, dal mangiar bene e da un rapporto qualità/prezzo imbattibile. Esiste però un fattore, da non trascurare, caratterizzato dalla simpatia, dalla goliardia e, perché no, dal folclore. Sono proprio questi ultimi tre aspetti che forse ci contraddistinguono da tutte quelle altre attività di ristorazione dove pur si mangia bene. Qui si mangia bene, ci si diverte e ci si rilassa.

-Sicuramente il vostro piatto di punta è la pasta e patate con la provola, divenuta anche un termine di paragone:” Fa una pasta e patate come quella di Nennella”. Come si è arrivato a ciò?

(Mariano) Di certo è merito anche della qualità dei prodotti che utilizziamo. Per esempio per la nostra pasta e patane utilizziamo: pasta mista della Garofalo; provola di Agerola; pancetta arrotolata; basilico; pomodorini del piennolo; patata a pasta gialla di Avezzano; la cipolla di Montoro; olio extra vergine di oliva insieme ad una parte di olio di semi; pecorino romano Pinna o Toro, quindi o sardo o romano.  Sono tutti prodotti d’eccellenza necessari affinché si possa ottenere un piatto, si semplice, ma soprattutto semplicemente straordinario.

-Vi sono altri piatti che secondo voi hanno, se non la stessa fama, la medesima qualità ed attenzione ai dettagli?

(Mariano) Pasta e fagioli, pasta e ceci, insomma nei legumi siamo forti tanto quanto nella pasta e patate.

-Oltre ai piatti, però, a rendere Nennella, luogo di culto è l’atmosfera folkloristica. Come riuscite a ricreare ogni volta questo ecosistema goliardico senza mai mettere gli ospiti a disagio?

(Entrambi) Non esiste una risposta a questa domanda. Noi lavoriamo nel modo in cui ci viene più naturale e spontaneo. Non vi è nulla di studiato, concordato e programmato alle spalle. Tant’è vero che a volte qualcuno ci dice:” Ma oggi non è la solita Nennella” ed hanno ragione perché la nostra vivacità, la nostra allegria non può prescindere dalla nostra vita privata e quindi un problema a casa diventa una nota grigia a lavoro. Questo dimostra la nostra genuinità di comportamenti.

-I quartieri spagnoli per voi cosa sono? Su cosa si può migliorare?

(Entrambi) Sono casa nostra. Per migliorare occorrerebbe innanzitutto che tutti avessero il senso civico perché il quartiere è di tuti e come tale va rispettato e curato. Trovo assurdo che una persona possa essere irresponsabile e menefreghista verso il quartiere in cui vive, in cui crescono i suoi figli. Inoltre è anche una questione d’immagine, se si vuole che il turismo continui a crescere in questa zona allora bisognerebbe renderlo sempre più pulito e sicuro.

-Qual è la parte più simbolica dei quartieri; almeno per voi?

(Entrambi) Non un luogo né un’opera o un edificio ma l’umanità che popola questi vicoli.

 

 

Fabio De Rienzo

 

 

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