Sant’Antonio e ‘o ppàne p’ê pezziènte- L’antica tradizione del dono del pane nel giorno di Sant’Antonio

Sant’Antonio e ‘o ppàne p’ê pezziènte

L’antica tradizione del dono del pane nel giorno di Sant’Antonio

Non tutti sanno che Sant’Antonio è stato il patrono di Napoli dal 1799 al 1814, sostituendo per quisquilie storiche il nostro amatissimo Faccia Gialla.

La storia, condivisibile o meno, crea tradizione, laica, più che religiosa.
E Sant’Antonio rimane un personaggio fondamentale per Napoli, basti pensare a quanti Antonio ci sono in Campania e in tutto il Sud, pur essendo nato a Lisbona e morto a Padova, in viaggio, il 13 giugno 1231.

Il 13 è il suo numero identificativo:
13 è la data della sua morte, 13 sono i miracoli che compie quotidianamente, 13 le invocazioni che gli si rivolgono per il miracolo, e 13 sono i pezzi di pane che i fedeli portano al Santuario, a Padova, come ad Afragola, come gesto di devozione. 13 pezzi di pane che vengono poi spezzati in tantissimi altri piccoli pezzetti come a simboleggiare la moltiplicazione del pane descritta nel Vangelo.

Un’antica tradizione che ho visto onorare da bambina e che continua ogni Giugno.

Una canzone napoletana dedicata a Sant’Antonio di Afragola dice:

“Santo bbèllo si m’aiùti,
faccio pure mìlle vùte,
si me siente e m’accùntiènte te dongo ‘o ppàne pè pezziènte.”

‘O ppàne p’ê pezziènte, era il pane donato ai poveri. L’antica tradizione del dono del pane nel giorno di Sant’Antonio è legata al miracolo della resurrezione del piccolo Tommasino, un bimbo di venti mesi di Padova annegato in un recipiente pieno d’acqua mentre la madre era distratta. Scoperto il corpo del suo piccolo, privo di vita, la mamma iniziò a piangere e urlare e pensò di affidarsi all’ intercessione del Santo, promettendo di dare ai poveri, ogni anno, una quantità di grano corrispondente al peso del bimbo.
Dal tramonto fino alla mezzanotte il piccolo non dava segni di vita, ma la madre continuò senza sosta ad invocare l’aiuto di Sant’Antonio che fece tornare finalmente in vita il piccolo, in piena salute.

 

Ylenia petrillo

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